Sbarca in laguna (8 maggio-28 agosto 2016) la mostra fotografica LACUNA/AE. Sottotitolo: Identità e Architettura Moderna a Venezia. Nella cornice della Torre Massimiliana, un ex forte militare recentemente restaurato situato a Sant’Erasmo -isola della laguna situata a nord della città- oltre cento fotografie di diciassette fotografi italiani documentano ex aree industriali di Venezia riqualificate in edilizia residenziale nella seconda metà del Novecento e aree ad esse adiacenti sorte ex-novo nello stesso periodo.

La mostra indaga e racconta l’architettura e l’identità di queste aree di Venezia, che restano ancora oggi al di fuori dei percorsi turistici tradizionali e rimangono sconosciute ai più. Non molti sono a conoscenza del fatto che, a cavallo tra Ottocento e Novecento, molte aree di Venezia ospitavano grandi complessi industriali, chiusi o smantellati nel corso degli anni Cinquanta a seguito della costruzione e affermazione di Porto Marghera e del Peltrolchimico. Circa trent’anni dopo, su iniziativa di enti pubblici e comitati locali, alcuni tra i più noti architetti italiani furono chiamati a riqualificare le ex aree industriali rimaste in disuso per anni, che vennero in larga parte riconvertite in edilizia residenziale popolare. A queste aree si aggiungono aree sorte ex-novo, concepite per soddisfare il fabbisogno crescente di nuovi spazi abitativi funzionali.

Come effettivamente gli abitanti di oggi, a distanza di quasi tre decenni, vivono i grandi esempi di architettura residenziale popolare presenti a Venezia? Sono esse aree realmente integrate nel tessuto urbano di Venezia o ne restano inevitabilmente al di fuori? Questi sono alcuni dei quesiti da cui parte la ricerca di LACUNA/AE, che non solo vuole dare visibilità agli edifici in quanto strutture architettoniche, ma che si interroga inoltre su quale sia stato il loro impatto sulla definizione dell’identità dei luoghi e dei loro abitanti.

Nonostante il lavoro di ciascun fotografo mantenga sempre una propria riconoscibile specificità, tutti gli autori in mostra si approcciano alla fotografia come pratica culturale insostituibile per indagare il territorio, poiché essa aiuta a percepire, vedere e (ri)vivere lo spazio contemporaneo e favorisce le associazioni che legano i segni dispersi nel paesaggio. Il mezzo fotografico è concepito come strumento di conoscenza del reale, che non vuole però fornire risposte definitive, ma suggerire nuovi spunti e invitare alla riflessione per riaprire un capitolo quasi dimenticato della storia di Venezia.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Il percorso della mostra si articola in 11 sale ed è concepito come un viaggio fotografico attraverso le ex-aree industriali e le aree residenziali sorte ex novo ai confini della città storica. Al primo piano, subito dopo la sala introduttiva, la seconda e la terza sala sono dedicate all’isola della Giudecca, una delle aree industriali più importanti della città alla fine dell’Ottocento, di cui vengono indagate l’Ex area Trevisan, fabbrica di legnami trasformata nel complesso residenziale IACP dall’architetto Gino Valle, e l’Ex area Junghans che, originariamente centro di produzione di orologi e, successivamente, di spolette militari, ospita oggi l’Accademia Teatrale Veneta, un collegio universitario, un bar e alcuni complessi residenziali. La quarta e la quinta sala sono entrambe dedicate a due aree sorte ex-novo, rispettivamente Sacca Fisola, un’isola artificiale costruita ad ovest della Giudecca per soddisfare il fabbisogno di alloggi a Venezia, e l’Area Angeli di Murano, area incolta dove, nel corso degli anni ’70, fu eretta una serie di edifici residenziali, tra i quali spiccano quelli progettati dall’architetto Carlo Righetti.

Il percorso continua al secondo piano con una serie di fotografie che documentano l’Isola di Mazzorbo (sesta sala), isola campestre della Laguna nord di Venezia, dove negli anni ’80 fu costruito un complesso di alloggi IACP progettati da Giancarlo De Carlo. L’area ex S.A.F.F.A del sestiere di Cannaregio è invece la protagonista della settima sala: dell’antica fabbrica di fiammiferi non rimane oggi più nulla, se non la ciminiera, che spicca tra il complesso residenziale popolare costruito negli anni ’80 su progetto di Vittorio Gregotti. Si prosegue poi nell’ottava sala con Sacca San Girolamo, meglio conosciuta come Baia del Re, una zona un tempo malfamata situata al limite nord-ovest di Cannaregio, recuperata anch’essa negli anni ’80 grazie all’intervento di edilizia residenziale progettato da Franco Bortoluzzi. La nona sala è dedicata a Villaggio Laguna, un vero e proprio quartiere residenziale popolare costruito ex-novo a Campalto, località di Venezia situata nella gronda lagunare.

Chiudono la mostra due sale dedicate a due esempi architettonici unici per tipologia. Il Camping di Fusina (decima sala), adiacente all’area industriale di Porto Marghera, fu rinnovato dal celebre architetto veneziano Carlo Scarpa nel corso degli anni Cinquanta. È un esempio peculiare di come un architetto di fama consolidata abbia lavorato a una tipologia architettonica, quella del campeggio, considerata “inferiore” per via delle strutture effimere che la caratterizzano. Le fotografie dedicate al Lido Liberty (undicesima sala) mostrano invece come, in concomitanza con il sorgere dei grandi complessi industriali di fine Ottocento, al Lido si sviluppasse un nuovo esempio di architettura moderna caratterizzata da quell’elegante raffinatezza tipica dello stile floreale fin de siècle.

INFORMAZIONI UTILI

LACUNA/AE. Identità e Architettura Moderna a Venezia
Torre Massimiliana

L’esposizione è ideata da Eleonora Milner ed è curata e organizzata da Elena Caslini ed Eleonora Milner, in collaborazione con l’Archivio della Comunicazione del Comune di Venezia e con il supporto dell’Associazione Culturale Lavanderia Young.

Via de le Motte 104, Isola di Sant’Erasmo, Venezia
28 maggio – 28 agosto 2016
www.lacunaeproject.com
ORARI
Mer – Gio – Ven ore 15-19
Sab – Dom ore 11-19

fonte: .artslife.com